Digitale terrestre: nel 2022 arriva il nuovo segnale
Chi vive in condominio, e chi lo amministra, farà bene a rizzare le antenne.
Tra pochi mesi, infatti, si cambia tutto. Così uno dei più delicati argomenti nelle assemblee di condominio, in cui non manca mai chi si lamenta della ricezione del segnale televisivo, rischia di scaldarsi ulteriormente. Colpevole di questa perturbazione che si abbatterà sui condomini ha un nome: tecnologia. Utile perché facilita la vita, indispensabile per chi lavora, divertente per il tempo libero, la tecnologia può diventare devastante in due occasioni: quando non funziona e quando cambia radicalmente. In questo caso il punto cruciale è il passaggio allo standard Dvb-T2. Con questa rivoluzione sancita per legge 40 milioni di televisori saranno da adeguare entro giugno 2022.
Ma perché sta per avvenire questo ribaltone hi-tech?
Per colpa degli smartphone. O, meglio della futura generazione di smartphone super veloci, super efficienti, ma anche super utilizzatori di banda. L’addio all’attuale digitale terrestre, infatti, è la conseguenza della restrizione delle risorse delle frequenze destinate alle trasmissioni televisive, dato che parte della banda elettromagnetica è stata «ceduta» al 5G, cioè al prossimo standard di trasmissione per smartphone. Attenti: la decisione non è solo Italiana, ma di tutta Europa. In caso contrario si sarebbe rischiato di avere telefonini non funzionanti una volta varcata la frontiera. In pratica, la televisione lascia spazio nell’etere alla trasmissione di dati superveloce destinata a telefoni e tablet. Per fare questo adotta anche un metodo di compressione dei dati più efficiente.
Entro giugno 2022,
Cioè entro i prossimi quattro anni, i casi sono sono due: o si acquista un nuovo televisore aggiornato allo standard, oppure bisogna dotarsi di un decoder da collegare allo schermo di casa. Ma quella data rappresenta solo il traguardo finale: in realtà la migrazione inizierà tra due anni: il processo di abbandono dell’attuale digitale inizierà tra pochi mesi, il 1 gennaio del 2020, e terminerà entro e non oltre il 30 giugno 2022. A prima vista sembra un tempo adeguato, ma quasi certamente non mancheranno i
Il passaggio allo standard DVB-T2,
Comporta la migrazione al codec Hevc (High Efficency Video Coding), che utilizza un algoritmo di decompressione molto efficiente, migliora la qualità video e raddoppia il rapporto della compressione dei dati. Non solo: supporta l’ultra definizione a 8K e risoluzioni fino a 8192 x 4320 pixel. Tradotto: consente di vedere immagini super ultra definite, anche se per la verità al momento non ci sono televisori in vendita con queste caratteristiche (il massimo in commercio al momento è 4K, a 3840 × 2160 pixel). Ma domani chissà.